Nato alla Spezia nel 1978, è dipendente di azienda. Coordinatore della redazione di InformAzione Sostenibile, da anni coltiva la passione per la scrittura,, contribuendo anche ad appzine come L’Indro, Manifesti(amo) e DemocraziaKm0. Coautore del libro/dossier sugli abbandoni delle aree militari “Riconversioni urbane” (!Rebeldia Edizioni), ha pubblicato nel 2018 il romanzo partigiano “Fulmine è oltre il ponte” (Ed. Marotta&Cafiero).
Il golfo ai poeti. No Basi blu
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Immaginate di tornare indietro nel tempo, 150 anni fa e ripercorrere le strade che circondavano uno dei luoghi più incantevoli del Bel paese: il golfo dei poeti. Oggi quella meraviglia è circondata da una quantità impressionante di muri, fili spinati ed un cartello: “Zona militare”. La costruzione dell’Arsenale della Marina militare fu per il golfo della Spezia una svolta epocale, ma cos’è oggi? Dopo aver perso più di 10mila lavorator* occupati in 70 anni, quel che rimane sono spazi abbandonati, inquinamento, nocività ed un porto militare. Quello che fu uno dei luoghi produttivi principali per un’intera area vasta oggi è un corpo morto con una prospettiva di inerzia che trascina con sé l’apatia di una città assuefatta all’aver perso la prospettiva di recupero dei suoi spazi.
La storia di una città di mare senza mare, si incrocia con l’attualità di un territorio militarizzato, le cui prospettive sembrano essere ancor peggio dei danni ambientali presenti in quelle aree: Basi blu, dove i soldi dei contribuenti verranno buttati per un’operazione definita di transizione ecologica, ma che nei fatti è ben altro. Queste pagine, nate dalla coscienza del passato, diventano soprattutto appunti per un’alternativa possibile.
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